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Rapporto su Dogane e contraffazione: ecco perché la frode è un delitto

lentepubblica.it • 4 Novembre 2015

contraffazioneIl Rapporto sulle azioni doganali per il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale viene realizzato ogni anno, a partire dal 2000, e si basa sui dati trasmessi dalle Amministrazioni doganali degli Stati membri alla Commissione.

 

La relazione, elaborata come da consuetudine ogni anno dalla Commissione europea, fornisce una serie di informazioni che possono supportare l’analisi delle violazioni che incidono sul mercato europeo e lo sviluppo di adeguate contromisure. Le statistiche, per esempio, possono essere condivise con i Paesi di origine, per identificare e fronteggiare al meglio le infrazioni. Le informazioni includono anche le categorie di beni detenuti, i loro Paesi di origine e le modalità di trasporto.

 

Dai dati emerge che lo scorso anno le autorità doganali hanno intercettato e bloccato 35,5 milioni di merci false o contraffatte per un valore totale di oltre 617 milioni di euro. L’elevato numero di fermi può essere collegato alla grande quantità di piccoli pacchi immessi nel traffico postale ed espresso a causa della recente crescita e diffusione dello shopping online, dovuta alla comodità delle consegne a domicilio.

 

Perché è importante proteggere la proprietà intellettuale – I prodotti contraffatti sono offerti sul mercato con l’intento di frodare e ingannare i consumatori. Non solo sono di una qualità più povera rispetto agli originali, ma possono anche rappresentare una minaccia per la salute e la sicurezza dei fruitori. Queste merci provengono da una economia sommersa, un’economia in cui la criminalità svolge un ruolo attivo e che distrugge migliaia di posti di lavoro.

 

I marchi costruiti nel corso degli anni sono “saccheggiati” e compromessi, le aziende perdono vendite ed è minata l’intera  prosperità futura. L’Europa, infatti, per restare competitiva ha necessità di produrre merci innovative, ad alto valore e attraenti per il mercato. E i prodotti innovativi non possono prescindere dalla ricerca e dallo sviluppo. Se le imprese, però, non possono recuperare i loro investimenti, scelgono di non investire più, impedendo così all’economia europea di raggiungere il suo pieno potenziale.

 

Lo stesso Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane, ha dichiarato: “La tutela della proprietà intellettuale dovrebbe essere una priorità se vogliamo promuovere sul serio l’innovazione e la creatività nell’Unione europea. Questa è anche la chiave per la salute e la sicurezza dei consumatori europei e per la creazione di posti di lavoro. Le nostre autorità doganali svolgono un’attività fondamentale in prima linea nella lotta contro l’importazione di prodotti contraffatti e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale”.

 

Cosa si sta facendo per garantire la cooperazione doganale – Oltre ai controlli comunitari sull’importazione, è necessario affrontare l’origine del problema impedendo l’esportazione di merci che violano i diritti di proprietà intellettuale e, dove è possibile, cercando di bloccarne la produzione. Tutto ciò richiede una più ampia cooperazione a livello internazionale. Ad esempio, negli ultimi anni l’Unione europea ha avviato una collaborazione con la Cina nell’ambito di un recente piano d’azione doganale UE-Cina per  il rispetto dei DPI. Il nuovo piano si concentra su 5 settori chiave, che sono rappresentati dallo scambio di informazioni statistiche, la creazione di una rete di esperti doganali nei porti chiave, la cooperazione con altri organismi di controllo e autorità, lo sviluppo di partenariati con le comunità di business e lo scambio di conoscenze ed esperienze delle reciproche politiche attuate.

Fonte: Fisco Oggi, Rivista Telematica dell'Agenzia delle Entrate - articolo di Giuseppe Mauro
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